Di Sardegna hanno scritto in tanti (noi ci auguriamo che un giorno ne scriva Bill Bryson). Ultimamente si scrive per dire che ci sono posti che la propaganda sole-mare ignora e qualcuno provocatoriamente ha scritto che il mare neppure c’è. Abbiamo passato settembre a leggere cose ambientate in Sardegna e talvolta, da buoni snob, ci sono venuti i brividi a pensare che certe cose siano considerate grandi opere. Aveva ragione Giovannino, se uno sente la necessità di scrivere transeunte o intercapedine non sa scrivere.
È successo poi che abbiamo letto la frase che dà il titolo a questo pezzo, ci siamo seduti e lo abbiamo scritto. Ci sia concesso per una volta di non essere sarcastici, d’altronde il blog è il nostro e ci scriviamo quello che aggrada tutte le nostre personalità e file di consiglieri che affollano la scrivania su cui tutti noi scriviamo dandoci robuste gomitate e mandandoci spesso a fanculo l’un l’altro.
C’è qualcosa di perverso in un ottobre così bello e soleggiato — e basta con la cretineria che lo scorso anno era più freddo, perché noi (dato che siamo tanti) ricordiamo ogni giorno della nostra vita — e questo altro non è che l’illusione. Un ottobre che sa di maggio o di giugno fa sperare che poi seguirà luglio e non novembre. E invece l’estate si prolunga, ma l’ora solare bussa alle porte. L’altro giorno, presi da nostalgia, siamo usciti dalla biblioteca con una certezza: ci vorranno parecchi mesi prima di uscire dalla biblioteca con la luce del sole. Sono constatazioni come questa che ti costano un’ora di sonno, diverse girate nel letto e un colossale mmmmm, nonché l’espressione la mattina quando ti svegli, ti siedi sul letto, pianti i gomiti sulle ginocchia, i capelli fra le mani e dici «è già lunedì».
Vogliamo essere ottimisti e non citare l’adagio per cui l’inverno arriva in fretta, ma è l’estate che non arriva mai (ecco che l’abbiamo appena fatto), eppure che l’inverno incomba è un dato che il sole di questo inizio di autunno prova a nascondere. Come al solito, in questo pezzo di mondo, non ci si accorge che è Natale se non perché la Rinascente è tirata a festa.
Però è vero che l’estate non passa mai. Lasciate perdere quelli che vi dicono che a febbraio ai loro tempi facevano il bagno e pure quelli che vi dicono che qui a marzo si mettono le maniche corte. Lasciate perdere quelle giornate di un azzurro infinito a dicembre. Pensate invece, e scusateci se vi invitiamo a farlo, a quando il freddo si combina all’umidità e uccide la vostra voglia di vivere. L’estate in Sardegna non passa mai perché è un chiodo fisso. Qui si passano dei mesi a ricordare quello che abbiamo fatto la scorsa estate, e gli altri a progettare quella successiva, a immaginare cosa porterà. E non succede solo quando hai 18 anni e trascende i confini del semplice instagram. Che sia la fine della scuola, quella della sessione di esami (in bocca al lupo a tutti!) o le tanto agognate ferie, il binomio luglio-agosto fa bene all’anima.
Se una sentenza — una morale! — vogliamo darla anche noi, eccola qua: l’estate è per i cagliaritani una ragazza che spezza ciclicamente loro il cuore.
Ovunque vi troviate, che stiate pensando già al prossimo luglio o che siate fermi a quello passato, che stiate progettando un viaggio o il capodanno: un felice autunno-inverno-primavera, le Jacaranda torneranno prima o poi.
Post scriptum: Domani sono due anni esatti che questo blog esiste. Ringraziamo i lettori e il blog stesso, perché non c’è cura migliore per la (nostra) mente che quella di battere sui tasti.